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Eccellenze italiane: ecco qualche esempio

Data pubblicazione: 20 marzo 2025

Autore:

TrueNumbers.it per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Eccellenze

italiane: ecco qualche esempio
  1. Non tutti lo sanno, ma l’Italia vanta leadership mondiali in molti settori industriali
  2. Nautica (primi al mondo per export di yacht) Farmaceutica (export boom), pietre (secondi solo alla Cina) riciclo (record europeo)
  3. Negli ultimi anni nessuno ha aumentato come noi le esportazioni di farmaci
  4. Il tutto con un’attenzione alla sostenibilità: inquiniamo molto meno della media per euro prodotto


LE ECCELLENZE ITALIANE CHE TRAINANO LA CRESCITA

Siamo primi al mondo in molti settori, come la nautica

e in Europa produciamo meno rifiuti di tutti

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Fonte: Confindustria, 2023 e Fondazione Symbola, 2022


E’ molto più facile che a far notizia sia una brutta notizia piuttosto che una “buona nuova”. Eppure di notizie buone, anzi eccellenti, l’Italia è colma. Così come è colma di aziende che sono leader, a volte addirittura mondiali, nel proprio settore. E allora diffondiamo un po’ di ottimismo e vediamo, tra le tante, le quattro super-eccellenze delle quali possiamo vantarci (anche se non lo facciamo).

Nessuno produce così tanti yacht come noi


Partiamo dalla nautica e, in particolare, dalla nautica da diporto. Il mercato globale di questo settore è stato di 34 miliardi nel 2023 (dati Confindustria). Ebbene, la fetta italiana è di ben 8,33 miliardi per il 2023. Si tratta di una leadership mondiale che è cresciuta nel tempo, mettendo a segno un aumento del fatturato del 13,6% rispetto al 2022, anno in cui i ricavi erano già saliti del 20%. Negli ultimi anni non solo è stato superato il precedente massimo storico del 2007, 6,2 miliardi, ma c’è stato un fortissimo recupero rispetto ai minimi raggiunti nel 2013 dopo le recessioni e le crisi di quel periodo, di 2,43 miliardi.


È un segno della capacità di innovare e riprendersi, e, requisito fondamentale, di intercettare la domanda mondiale. Non a caso è la produzione per l’export a fare la parte del leone, con 5,57 miliardi nel 2023, il 16% in più rispetto al 2022. Le vendite all’estero di imbarcazioni da diporto e sportive, nello specifico, hanno raggiunto i 4,33 miliardi, un record nel record, considerando che fino al 2018 l’export di barche e yacht non era andata oltre i 2 miliardi e fino al 2021 era rimasto sotto i 3 miliardi di euro. La quota italiana del commercio mondiale in questo segmento è del 19,3%, siamo al primo posto davanti ai Paesi Bassi e agli Stati Uniti, con 19% e 11%. Nel caso di barche e yacht con motore interno la fetta italiana sale ulteriormente, al 26%.


Ed è proprio negli yacht più grandi che la leadership italiana è più evidente, secondo gli ultimi dati di Boat International, del 2023, dei 1.166 yacht di più di 24 metri ordinati a livello internazionale, 600 sono stati costruiti nei cantieri del nostro Paese. Non stupisce che l’Italia sia prima anche per quanto riguarda il saldo commerciale della cantieristica nautica, con 3 miliardi e 882 milioni di euro di differenza tra export e import.


Non solo, non sfiguriamo neanche se si allarga lo sguardo a tutto l’ambito delle imbarcazioni, come quelle commerciali, qui siamo al terzo posto mondiale per esportazioni, dopo Cina e Corea del Sud, con una quota del 7,6%, mentre torniamo al primo, con ben il 34,3%, se guardiamo al segmento importantissimo dell’export di navi da crociera.


La nautica ha trainato la crescita del Paese passando da un contributo sul Pil dell’1,43 per mille nel 2013 a uno del 3,38 per mille 10 anni dopo. Pochi altri settori hanno visto un incremento simile del proprio peso.

Italia prima al mondo per crescita di vendite all’estero di farmaci


Tra questi pochi ce n’è uno importantissimo, quello farmaceutico. È il settore il cui export in valore è salito di più in Italia dal 2000 al 2023, di ben il 686,9%, mentre le vendite all’estero di imbarcazioni da diporto e sportive “solo” del 370,9%.


Tra il 2021 e il 2023, poi, la farmaceutica italiana è quella che ha visto la crescita delle vendite all’estero più veloce, con un incremento di 13,6 miliardi di dollari (dati European House – Ambrosetti). Tra l’altro non è stato un mero rimbalzo post Covid perché l’aumento è proseguito lo scorso anno con un’ulteriore crescita del 7,6% tra gennaio e novembre rispetto allo stesso periodo del 2023, a fronte di un calo medio dell’export italiano dello 0,7%. Risultato: se la quota italiana nel commercio mondiale è rimasta del 2,8% (dati Ice), come nel 2019, nel caso della farmaceutica l’industria italiana ha coperto il 5,4% degli acquisti mondiali del settore, più del 4,9% di sei anni fa. Nel segmento degli antibiotici e dei prodotti che li contengono, poi, superiamo il 10%. Non solo: l’Italia è prima in Europa nella Contract Development and Manufacturing Organization (CDMO), ovvero nella produzione di farmaci in conto terzi, che vale nel nostro Paese 3,6 miliardi secondo Farmindustria, cioè il 23% del totale europeo.


Questo avviene anche grazie a una produttività del lavoro che, una volta tanto, in questo settore è maggiore della media di quella dei grandi Paesi europei di circa il 7%, nonché più alta del 40% della produttività media del comparto manifatturiero italiano.

Nelle pietre naturali ci batte solo la Cina


L’Italia, però riesce ad eccellere anche in settori apparentemente maturi e con minore contenuto tecnologico, ma che, tuttavia, vedono una crescita superiore alla media a livello globale, del 4,3% all’anno secondo le stime per questo decennio. È il caso del mercato delle pietre naturali, ovvero soprattutto marmo e granito. L’Italia è seconda al mondo con una quota di mercato del 13%, superata solo dalla Cina, con il 31%, e davanti a protagonisti del comparto come Turchia e India. Tra il 2013 e il 2023 le esportazioni sono cresciute dell’11%, arrivando a 3,1 miliardi di euro.


A differenza di Cina, Turchia e India, però, siamo l’unico Paese al mondo a piazzarsi sul podio per ognuno dei segmenti del settore, per esempio quello delle pietre lavorate, in cui siamo secondi, quello delle pietre grezze, dove ci piazziamo terzi e dei beni strumentali, sempre terzi. Siamo inoltre primi nelle esportazioni di macchinari per il settore lapideo.


Anche in questo caso i numeri provvisori del 2024, che qui si riferiscono ai primi 5 mesi, vedono la prosecuzione della crescita dell’export, +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, che diventa +17,5% se la destinazione è la Cina e il prodotto sono le pietre grezze.

Primi in Europa nel riciclo


È a questi settori e pochi altri con performance ugualmente positive che l’industria italiana si affida per rimanere competitiva e confermarsi come la seconda potenza industriale europea dopo la Germania. La manifattura, però, inquina, produce rifiuti che vanno trattati e smaltiti. Per fortuna anche in questo ambito possiamo vantare un’eccellenza: siamo in Europa coloro che riciclano di più, ben il 91,6% dei rifiuti sia urbani che speciali delle aziende rispetto (dati Eurostat) a un dato medio europeo del 57,9%, tedesco del 75,5% e francese del 79,9%.


È un primato che deteniamo da molto tempo e che ci ha permesso di smaltire in discarica solo il 4,1% dei rifiuti prodotti, contro il 35,7% medio europeo. Se a portarci a questi livelli è il trattamento virtuoso degli scarti industriali, anche nel trattamento di quelli delle famiglie ci sono stati dei notevoli progressi: siamo il Paese con il maggiore aumento del tasso di riciclo dei rifiuti urbani, passato in 10 anni, tra 2012 e 2022, dal 38,4% al 52,6%. (1)


Raggiungiamo il primato europeo anche nell’ambito dell’utilizzo di materie prime per milione di euro prodotto, solo 276,3 tonnellate, contro una media Ue di 456,5, mentre siamo abbondantemente sotto il dato Ue anche per quanto riguarda le emissioni di CO2, sempre per milione di euro prodotto, 77,8 tonnellate equivalenti contro 91,4. (2)


Ogni tanto, qualche buona notizia è necessaria per avere un quadro più competo e bilanciato della realtà che ci circonda.



(1) Report Greenitaly di Fondazione Symbola

(2) Report Greenitaly di Fondazione Symbola

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